Il mio primo rossetto, e va bene lo ammetto,
non č stato per caso, ma l'ho messo per te.
Forse č stato un dispetto, o magari un effetto,
per sentirmi pių donna al cospetto di te.
Io ti ho visto arrivare, ti sei messo a ballare,
mi son detta: č una posa e tra un po' tocca a me.
La mia mano distratta si aggiustava una calza,
neanche il tempo di farlo, ero in pista con te.
Ma che lento ragazzi, una cosa da pazzi,
ti stringevi al mio petto, mi mangiavi il rossetto.
Una birra italiana, la mia bella collana,
quella notte di maggio e l'orchestra per noi.
Io guardavo le stelle, mi sfioravi la pelle,
mentre mi sussaravi io non amo che te,
e l'odore di frumento, i sospiri del vento,
le mie ciglia socchiuse, sei pių bella che mai.
Mi girava la testa, mi sentivo diversa,
mi facevi pių donna, pių completa per te.
Ma che lento ragazzi, una cosa da pazzi,
ti stringevi al mio petto, mi mangiavi il rossetto.
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Una scusa improvvisa, devo fare una cosa,
puoi aspettare un minuto? E cosė ti aspettai,
mentre il tempo passava, si scioglieva il gelato,
se ne andava l'orchestra, che suonava per me,
e rimasi da sola, dentro quella balera,
mentre nella mia testa tu ballavi con me.
Ma che lento ragazzi, una cosa da pazzi,
ti stringevi al mio petto, mi mangiavi il rossetto.
Ma che lento ragazzi, una cosa da pazzi,
ti stringevi al mio petto, mi mangiavi il rossetto.